Il Goji entra a far parte della leggenda; molteplici aneddoti sembrano arricchire la storia e la curiosità circa questo incredibile superfrutto.
Un buon piatto di zuppa di Goji
Abbiamo già accennato alla leggenda del monaco cinese taoista Li Chung Yun morto alla più che veneranda età di 256 anni e la cui morte meritò un trafiletto sul New York time e sul Time nel 1933, ma vale la pena di parlarne ancora (ma brevemente, prometto!).
Li dichiarava di avere 174 anni, ma fu smentito da un professore universitario (Wu Chung-Chien della Minkuo University) che, registri anagrafici alla mano, dimostrò che la nascita del monaco risaliva al 1677.
Perciò, incredibilmente, Li Chung Yun non aveva 174 anni, ma ben 256!
Ebbe 23 mogli che gli furono accanto una media di 11 anni ogniuna (!) e 180 discendenti.
Quando gli chiesero il segreto della sua longevità disse:
- Un cuore calmo, sedersi come una tartaruga e dormire come un cane-
La pratica quotidiana di arti marziali dolci, la ricerca instancabile di erbe da catalogare e di cui nutrirsi, lunghe camminate, delle radici di Ginseng da sgranocchiare, una zuppa di Goji a riscaldarlo, furono alla base di una vita lunga e felice, alla base della salute e lucidità mentale e fisica con cui riuscì ad affrontare ogni attimo della sua esistenza.
Vi ho già raccontato l’aneddoto del negozio di erbe Bao Shou? Nooo?!
Il negozio cinese Bao Shou creò una miscela portentosa, un elisir di Goji la cui ricetta passò poi di mano in mano e di tempo in tempo.
Si racconta che nel paesino di Yi Shi, un vecchio signore seguì specularmente la ricetta, bevve ogni giorno l’elisir fatto e…visse più di 100 anni.
Non solo, la leggenda giunge a noi raccontandoci di una velocità nel camminare divenuta incredibile e di capelli che improvvisamente tornarono fulvi.
L'utilizzo del Goji come ingrediente di medicamenti portentosi, in realtà, non era una novità.
Libri di medicina cinese tra il ‘500 ed il ‘600 citavano il Goji in forma di pillole come rimedio per reni debilitati e la Medicina Tradizionale Cinese contemplava il lycium Barbarum come sostanza curativa da sempre.
Il primo documento occidentale ad occuparsi del Lycium Barbarum sarà, invece, lo "Species Platarum" di Linneo nel 1753.
La giovin signora ed il povero vecchio…
Altra straordinaria leggenda narra di un mercante che, sulla via della seta, durante il suo estenuante viaggio si fermò in una locanda a riposare ed incontrò una giovane signora che cambiò la sua vita.
Il periodo era quello della dinastia Tang (618-907 d.C.); il commercio di beni preziosi, l’avventura ed il desiderio di scoperta pulsavano lungo tutti gli 8.000 km che costellavano l’impero cinese e quello romano.
Sembra fosse Cesare di ritorno dall’Anatolia, per primo, a dare il via al commercio lungo questa via riportando con sé dal suo peregrinare delle bandiere di pura seta ed accendendo, così, la sete di ricchezza e conquista.
Ma torniamo a noi…
Il mercante vide la proprietaria della locanda, una giovane signora, rimproverare ed aggredire un povero vecchio e le chiese il perché di quel gesto insensato.
Gli fu risposto che stava solo impartendo un po’ di disciplina al pronipote.
Il mercante e gli altri astanti rimasero esterrefatti: com’era possibile che quell’anziano fosse il pronipote della giovane?
La spiegazione fu presto detta: la signora aveva ben 300 anni e stava sgridando il nipote perché aveva rifiutato di prendere un’erba “magica” e così aveva cominciato ad invecchiare!
Il mercante le chiese incuriosito di quale erba si trattasse e la signora rispose così:
- Questa erba ha 5 nomi. Si prende una parte diversa della pianta ogni stagione. In primavera si prendono le sue foglie, che sono conosciute come l’erba dell’essenza del cielo. In estate si prendono i suoi fiori, che sono conosciuti come l’erba della longevità. In autunno si predono i suoi frutti, che sono conosciuti come Goji. In inverno si prende la corteccia delle sue radici, che è conosciuta come la pelle e le ossa della terra, o il bastone delle divinità. Prendendo queste quattro parti nelle quattro stagioni rispettivamente, vi darà una vita lunga come il cielo e la terra.-
Come prendersi il merito di una scoperta e vivere felici ovvero The Duke of Argyll’s teaplant
Nel 1730, in Inghilterra, Archibald Campbell, III duca di Argyll e fondatore della Banca Reale di Scozia, ricevette due doni: una Camellia Sinensis ed un Lycium Barbarum.
Di quest’ultimo assunse la “paternità” (ma la leggenda racconta che confuse tutta la vita i nomi delle due specie) e fece in modo che venisse conosciuto come Duke of Argyll’s tea plant.
A tutt’oggi il Goji decora molte case sotto forma di siepe e cresce spontaneamente in molte parti del Regno Unito con enorme soddisfazione dei molti volatili che vi si avventano!
Spesso è conosciuto con il nome di Wolfberry (bacca del lupo) nella convinzione che il termine Lycium derivi da Lycos (lupo).
Per garantire la cura e la continuità della specie è stato necessario, da parte del Dipartimento inglese per l’Ambiente, l’Alimentazione e gli Affari rurali, creare un progetto nel 2003 poi rivisto e consolidato nel 2006, che desse maggiore e ritrovato valore a questo frutto leggendario.
Anche in Italia e più precisamente in Trentino, Friuli e Veneto, il Goji viene utilizzato come splendida pianta frangivento (e prende il nome di Santa Spina di Barberia).